Milla, collegiale 15enne, sta contemplando la possibilità di buttarsi sotto la metropolitana quando davanti a lei irrompe Moses, un ventenne senza fissa dimora. È un incontro fatale in molti sensi, perché sia Milla che Moses hanno una certa familiarità con la morte, lei perché gravemente malata, lui perché tossicodipendente. Entrambi provengono da famiglie borghesi che sarebbe errato definire "normali": Anna, la madre di Milla, si impasticca per superare la propria fragilità e la sofferenza per la malattia della figlia, e a fornirle ansiolitici e oppiacei è il marito Henry, psicologo con il proprio set di problematiche da affrontare. La madre di Moses invece ha messo il figlio alla porta, concentrandosi sul fratellino minore Isaac, mentre del padre dei due ragazzi non c'è traccia.
Premio Marcello Mastroianni a Venezia per il co-protagonista: Toby Wallace.
Nel 2019, Toby Wallace vince il Premio Marcello Mastroianni a Venezia, grazie all'affascinante film indipendente dell'esordiente regista australiana Shannon Murphy Babyteeth. Nella narrazione di un primo amore e degli ultimi rimpianti, Wallace diventa il selvaggio e pericoloso Moses, un ragazzo che fa perdere la testa alla vivace e vulnerabile studentessa Milla, interpretata da Eliza Scanlen. Un premio meritato vista la complessità della pellicola che non mira a raccontare la timida e solita storia da love story adolescenziale (anche se gli elementi ci sono tutti), ma scava con sapiente ingenuità nella sconcertante logica sentimentale di quelle vite combattute contro le loro mortalità attraverso quelle schegge di esistenza incarnate, affilate e terribili, che però possono diventare la migliore possibilità di assaporarla. E Wallace porta a casa il suo personaggio, questo improbabile amico che gli ha permesso di diventare uno dei giovani attori più promettenti del futuro.
